Sanguinamento delle gengive: perché?

Una delle cause più frequenti legate al sanguinamento gengivale è la gengivite; essa è un’infiammazione marginale della gengiva, rappresenta l’insieme delle modificazioni che si manifestano a livello del tessuto mucoso quando questo sia stato a contatto con agenti patogeni tali da non distruggere in modo rapido e completo il tessuto, ma solo capaci di danneggialo progressivamente.

Sostanzialmente rappresenta la risposta dei tessuti ad un insulto di natura traumatica o microbica, includendo una serie di reazioni tissutali, cellulari e metaboliche, che si innescano vicendevolmente e causano un accumulo di fluidi e leucociti nel sito dell’offesa.

In linea di massima la gengivite altro non è che un meccanismo di difesa e di riparazione dei danni provocati da agenti lesivi e patogeni.

gengivite stefania barbieri

I segni in base ai quali la si può riconoscere sono:

  • rossore
  • calore
  • dolore
  • tumefazione
  • altreazione funzionale della zona colpita

La gengivite è considerata un’angioflogosi (infiammazione acuta), che colpisce la stragrande maggioranza dei soggetti, che possiedono abitudini di igiene orale errate.

Essa è provocata dalla presenza prolungata di placca batterica, una patina lattiginosa biancastra, che ad occhio nudo potrebbe non essere visibile, ma si evidenzia mediante rivelatori cromatici di placca (acquistabili presso farmacie).

La formazione della placca batterica non può essere arrestata in nessun modo, può esserne solo ostacolata formazione, mediante:

  • la regolarità dello spazzolamento domiciliare,
  • l’utilizzo del filo interdentale appropriato alle esigenze soggettive,
  • visite di controllo periodiche presso il proprio centro/studio odontoiatrico.

La gengivite, essendo una patologia infiammatoria acuta, se presa in tempo, può evolversi in una guarigione totale e completa del tessuto mucoso marginale, non apportando danni permanenti per una restitutio ad integrum, mediata dalla formazione di tessuto di riparazione, attivata dai sistemi reattivi del nostro organismo.

Qualora la flogosi dovesse degenerare, si va incontro a processi sub- acuti, che cronicizzano tale irritazione marginale, trasformandola in patologia infiammatoria cronica degenerativa, con conseguenze ed esiti non sempre favorevoli.

Il cronicizzarsi dell’infiammazione, non evidenzia segni sintomatici, a differenza della gengivite, che essendo di natura acuta si manifesta con il segno rivelatore del dolore e del sanguinamento (non sempre presente)!

La permanenza della gengivite degenera verso l’avanzamento, da parte dei fattoti patogeni, dei tessuti di sostegno del dente al di sotto della gengiva, che in tal modo si distruggono e non si rigenerano più.

Si arriva così alla parodontosi (o parodontopatia), che porta ad un risultato terapeutico irreversibile con l’impossibilità alla restituito ad integrum; vale a dire, che il progredire della patologia porta alla distruzione di tessuto osseo di sostegno e ciò che è andato perduto non si può più rigenerare mediante meccanismi di riparazione, perciò si può solo ripristinare un nuovo stato di salute parodontale, ma adattandosi alla condizione, che si presenta al momento della cura.

Stefania Barbieri

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