Scopo primario della fluoroprofilassi è quello di ridurre il rischio di carie; è un trattamento che rientra nella prassi della Prevenzione primaria e si attua in modalità topica e/o sistemica a seconda della fascia di età.
La lesione cariosa è il risultato di una demineralizzazione del dente, ad opera degli acidi prodotti dei metaboliti batterici; ne deriva quindi che la maggiore o minore solubilità dello smalto interferisce con lo sviluppo del processo patologico.
Lo smalto è formato da cristalli di idrossiapatite, che in presenza di acidi divengono estremamente solubili a causa del loro ione ossidrilionico (OH-). Ciò non accade quando viene applicata la fluoroprofilassi, la quale sostituisce lo ione OH- con quello del F-, ottenendo la fluorapatite, una sostanza che è meno reattiva rispetto all’idrossiapatite, grazie alla stabilità che è conferita dalla presenza dello ione F-, meno reattivo.
IDROSSIAPATITE + F- → FLUORAPATITE
Ca10 (PO4)6 (OH)2 Ca10 (PO4)6 F2
Questo è il primo meccanismo di prevenzione della carie, che i ricercatori hanno individuato, oltre alla capacità propria del fluoro di inibire la produzione di acidi da parte dei atteri cariogeni, riducendone il potenziale patogeno, nonché quello di rimanere immagazzinato nella placca dentaria, dalla quale successivamente verrà rilasciato lentamente.
Inoltre numerose ricerche in vivo, hanno dimostrato, che il fluoro ha un’azione batteriostatica diretta di inibizione sui batteri della placca, impedendo la glicolisi ed i processi di crescita dei microrganismi patogeni.
Le applicazioni di fluoro si distinguono in: professionali e domiciliari, che a loro volta si scompongono in attuazioni topiche o sistemiche.
La fluoroprofilassi per via locale professionale può essere realizzata con composti inorganici (floruro di sodio, monoflorurofosfato di sodio, floruro stannoso) ed organici (aminefluorurine); mentre quella topica domiciliare viene effettuata per mezzo di collutori e dentifrici a bassa concentrazione di fluoro.
Le applicazioni sistemiche di fluoro, possono essere assunte solo dietro prescrizione medica, mediante l’assunzione di compresse durante il periodo della gestazione, oppure somministrate in dosaggio proporzionato all’età del bambino.
Stefania Barbieri